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Le ronde, le tanto odiate ronde. La sinistra non le può sopportare e continua a criticarle in Parlamento (e fuori) quotidianamente. Ma le ronde sono esterne al dna della sinistra?
Le ronde? Furono inventate dal Pci, a Modena, subito dopo la fine della guerra. Ad affermarlo e’ il pubblicista e ricercatore Roberto Gremmo in un articolo che verra’ pubblicato sulla rivista ‘Storia ribelle’. Gremmo, basandosi su documenti custoditi dall’Archivio di Stato nei fascicoli della ”Divisione affari generali riservati” della Pubblica sicurezza, riferisce che l’idea di ”istituire squadre civili con il compito di collaborare al mantenimento dell’ordine” venne al segretario della Camera confederale del lavoro di Modena, Galavotti, dopo un attentato, il 5 novembre 1945, alla sede locale del partito comunista. Ricevuta la proposta da Galavotti, ”il prefetto Zanetti – scrive Gremmo – chiese un parere al governo e il 20 novembre il capo della polizia gli risposte sostenendo che ‘l’opera volontaria dei componenti i pattuglioni di vigilanza’ sarebbe stata gradita”. ”Il prefetto – aggiunge – riteneva che le squadre dovessero venir composte da cittadini di tutti i partiti”.
E quindi si venne a scoprire che le ronde sono pure un’invenzione sinistra
D’altronde l’incoerenza su questo tema non è solo storica ma molto attuale. Infatti
Anche il centrosinistra ha un’anima «rondista». Prima ancora dell’approvazione del ddl sulla sicurezza voluto dal centrodestra e in particolare dalla Lega, diverse amministrazioni guidate dal Pd hanno dato il via libera alle squadre di volontari per la sicurezza, per il presidio del territorio o per il decoro urbano. Appunto le ronde.
Nel particolare
Il laboratorio delle «ronde dolci» di centrosinistra è l’Emilia Romagna. Qui una legge regionale voluta dal governatore Vasco Errani nel 2003 ha spianato la strada alle associazioni civiche che mandano i volontari davanti alle scuole, nei parchi, addirittura nei cimiteri. anche in Emilia Romagna c’è chi nel Pd aveva intravisto nelle ronde un aiuto alla sicurezza: Sergio Cofferati, quando era sindaco di Bologna, nello scorso febbraio aveva affermato che i cittadini «possono dare un contributo al presidio del territorio», purché le iniziative non assumano «colore o valenza politica».
E anche nella Lombardia dominata dal verde della Lega e dall’azzurro del Pdl, ci sono stati amministratori di spicco del Pd che hanno aperto più di uno spiraglio alle ronde: Filippo Penati, prima di perdere la presidenza della Provincia di Milano, aveva stanziato 250 mila euro a favore dei Comuni del territorio per finanziare le associazioni di volontari. Una mossa, quella di Penati, che è andata oltre a quanto stabilito il governo, secondo il quale le ronde non devono gravare sulle casse pubbliche.
E ancora in Liguria c’è il caso Albenga: il sindaco Antonello Tabbò, centrosinistra, aspettando di poter installare decine di telecamere per la videosorveglianza ha lanciato una sorta di «ronde istituzionali». Lui stesso, insieme agli assessori della sua giunta e ai consiglieri di maggioranza, è sceso in strada di notte accompagnando nei pattugliamenti polizia municipale e forze dell’ordine, anche se con una valenza simbolica più che reale: «Per far sentire ai vigili e alla cittadinanza che siamo loro vicini nella lotta per la sicurezza ».
In Veneto Achille Variati, sindaco di Vicenza, ha annunciato l’istituzione di una scuola per volontari della sicurezza. Flavio Zanonato, confermato alle ultime amministrative alla guida di Padova, già in passato ha schierato i «nonni-vigili» davanti alle scuole e nei parchi
Al Sud almeno due sindaci di centrosinistra si sono detti favorevoli alle ronde: Michele Emiliano (Bari) e Vincenzo De Luca (Salerno)
Insomma le ronde la sinistra le ha sempre sostenute a livello locale ma poi in parlamento è furiosamente contro. E’ legittimo essere contrari ma ci si aspetterebbe che un pensiero piuttosto unitario a livello nazionale si prefigurasse uguale anche sul territorio. E la realtà dice altro. La solita coerenza sinistra
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