Il Pd è pesantemente coinvolto nell’inchiesta di Bari

29 06 2009

IL FAZIOSO LIBERALE SI TRASFERISCE

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Doveva essere la scossa. Ma pare che si rivelerà l’ennesimo boomerang per il Pd e il centrosinistra. Non solo l’attacco scientificamente tirato fuori prima dei ballottaggi non ha dato particolari problemi al centrodestra (anzi), non solo la popolarità di Berlusconi pare essere stata poco scalfita ma adesso dalle pieghe dell’inchiesta arrivano sinistri sospetti sul Pd.

Infatti

La prima vittima del Bari-gate è una manager vicina al Partito democratico. Lea Cosentino, il direttore generale della Asl Bari, l’azienda sanitaria più grande della Puglia, è a un passo dall’abbandonare la sua carica. Venerdì ha ricevuto una perquisizione a casa e un avviso di garanzia con l’accusa di aver tentato di favorire l’azienda di Gianpaolo Tarantini. La Cosentino è indagata insieme con l’imprenditore barese Enrico Intini, un altro industriale locale, Cosimo Catalano, e lo stesso Tarantini, accusati a vario titolo di corruzione e turbativa d’asta. Secondo gli investigatori era in atto un tentativo di realizzare un cartello per aggiudicarsi un appalto che la Asl avrebbe dovuto bandire. La manager avrebbe anche partecipato a degli incontri con gli imprenditori, mentre Tarantini incassò una consulenza dal gruppo Intini.

Inoltre

Le indiscrezioni a Palazzo di Giustizia assicurano che la nuova svolta potrebbe in qualche modo ristabilire la trasversalità politica dell’azione del pm Scelsi, andando a colpire anche alcuni autorevoli esponenti del Pd cittadino che fino a ieri si dicevano estranei al giro di amicizie e di squillo che ruotava intorno a Giampaolo Tarantini. Nei prossimi giorni nuovi elementi potrebbero provocare un nuovo sisma giudiziario in questa città

Dopo l’assessore della giunta Vendola Tedesco (Pd) già inquisito per un’inchiesta parallela sempre inerente alla sanità (e probabile futuro deputato in sostituzione di De Castro, futuro eurodeputato) nuove ombre scuotono il Pd pugliese.





Il Pm di Bari, iscritto a Magistratura Democratica e militante di sinistra (che strano!)

18 06 2009

IL FAZIOSO LIBERALE SI TRASFERISCE

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Chi è (e come la pensa) Scelsi, il Pm che sta tenendo l’inchiesta che indirettamente sembra coinvolgere Berlusconi

“La nostra corrente e la nostra storia individuale si ispirano ai valori della sinistra”. Parla il sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia di Bari titolare dell’inchiesta – svelata in anteprima, ieri, da Fiorenza Sarzanini sulCorriere Della Serache negli auspici di chi l’ha evocata dovrebbe dare la “scossa” al governo. Chissà se proprio la stessa “scossa” anticipata domenica scorsa dall’ex presidente del Consiglio ed ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema nell’intervista a Lucia Annunziata. Nato nella vicina Andria, Scelsi è in magistratura dall’81 ed ha sempre militato nella corrente di sinistra dell’Associazione nazionale dei magistrati, quella di Magistratura democratica. Titolare di alcune inchieste contro la criminalità organizzata, indagò (inutilmente) per contrabbando perfino il presidente del Montenegro Dukanovic, occupando così le prime pagine dei giornali. Il suo impegno convinto, un vero e proprio manifesto di adesione a Md, lo illustrò nel 2005, partecipando ad un congresso della corrente e svelando di averla scelta ben prima di diventare magistrato: “Ho perso il conto dei congressi di Magistratura democratica ai quali ho preso parte, anche perchè ho cominciato a frequentarli che ero uno studente in giurisprudenza”, confessava senza remore, “E, che io ricordi, l’orizzonte della politica, meglio, dei rapporti della politica ha costituito il filo conduttore di tutti i congressi”. Aggiungeva per chiarire che “a differenza degli altri, questo congresso presenta un elemento di novità. A nessuno di voi è sfuggito che la Puglia è cambiata. E non perché uomini e donne che si richiamano ai valori della sinistra sono al governo delle istituzioni (Nichi Vendola era diventato presidente della regione Puglia l’anno prima e Michele Emiliano da piemme era passato a guidare la città di Bari come sindaco, ndr). Non che questo non conti, anche la nostra corrente, la nostra storia collettiva ed individuale si ispirano a quei valori. Ma quello che è successo in Puglia è qualcosa di più, perché in questa stagione politica hanno trovato rappresentanza le domande che salgono dalle vecchie povertà degli emarginati e dalle nuove povertà del lavoro dipendente, dai ceti giovanili che vivono l’angoscia di un futuro pieno di incognite, hanno trovato rappresentanza le domande di sanità, ambiente, lavoro. Ed anche i magistrati dei due distretti di Bari e Lecce, figli di questa terra, partecipi più ancora che interpreti delle vicende umane e sociali che hanno attraversato la Puglia in questo ultimo decennio, hanno saputo cogliere i segni di questa nuova stagione politica e sociale. Il lento ma inesorabile affermarsi fra i Magistrati pugliesi di un’area di consenso alle correnti che più si richiamano ai valori del cambiamento è il risultato piu’ evidente che anche fra noi qualcosa di molto importante è avvenuto. No, non si è trattato della sapiente alchimia di qualcuno, non si è trattato delle tattiche elettoralistiche di questo o quel collega, quello che è avvenuto è il portato di un processo più lungo, che data da anni e che infine è venuto alla luce, come un fiume carsico. La lunga permanenza di colleghi di Magistratura Democratica alla Presidenza della Giunta Distrettuale di Bari dell’Associazione Nazionale Magistrati, a dispetto dell’impegno professionale a lungo profuso ai limiti delle umane possibilità, l’affermazione, tutta personale, di altri colleghi di Magistratura Democratica alla Presidenza della nuova Giunta Distrettuale di Bari dell’Associazione Nazionale Magistrati e nel Consiglio Giudiziario sono espressione di professionalità a lungo maturate nei palazzi di Giustizia, del loro sapersi misurare con le mille difficoltà di un lavoro sempre piu’ complesso, con gli avvocati, con i dirigenti degli Uffici giudiziari, con le domande di un mondo che cambia ma che non smette di guardarci e giudicarci, sono espressione del loro sapersi misurare con i fermenti della società, delle associazioni, dei movimenti, dei partiti. Non di rado, quei colleghi provengono da esperienze e culture professionali diverse. Ma una cosa è certa, nonostante la loro indubbia diversità: sono espressione di quella cultura e pratica della legalità che hanno segnato l’operato di parte della magistratura pugliese in questi anni, sono la rappresentazione di un modello professionale ed umano di magistrati che hanno fatto della crescita della propria e dell’altrui professionalità il segno piu’ tangibile della loro presenza nell’Istituzione giudiziaria. […] L’impegno professionale della magistratura pugliese è stata la rappresentazione viva dei valori delle correnti progressiste in magistratura, è stato il gesto di militanza quotidiana diffusa che ha portato al successo di Magistratura Democratica e dei Movimenti. Io so bene che tutto quello che ho fin qui detto risponde alle ragioni del cuore, delle proprie radici, della propria terra. Ma io sono certo che questa esperienza di militanza diffusa non appartiene soltanto a quella parte della magistratura pugliese che ha saputo riconoscersi nelle correnti progressiste. Quella parte della magistratura che ha saputo fare della crescita della propria e dell’altrui professionalità gesto quotidiano di militanza associativa è esperienza diffusa che attraversa tutta l’Italia, e se questo è un dato che abbiamo certamente il dovere di attenderci dai grandi centri giudiziari, non può non riempirci di orgoglio che questa crescita di professionalità, questo gesto quotidiano di militanza associativa progressista abbia trovato attenti interpreti anche negli uffici giudiziari più piccoli, dove forte si fa il controllo interno ed esterno sull’operato del singolo magistrato e dove pertanto la testimonianza di professionalità del singolo è atto solitario e sofferto, per questo, più coraggioso, più grande. Tutto questo ci ha consentito di attraversare un decennio di solitudine politica ed istituzionale, tutto questo è stato il supporto materiale ed umano senza del quale la nostra bravissima dirigenza non avrebbe potuto portare avanti questa lunga e logorante contrapposizione dialettica a chi ha tentato, e non smette, né smetterà, di alterare i rapporti fra le istituzioni, nelle istituzioni, per ridurre al silenzio la nostra soggettività. Tutto questo ha consentito e deve consentirci di continuare : a) nella difesa dell’autogoverno; b) nella difesa dell’ordinamento giudiziario, che vogliamo cambiare ma in senso più aderente alla vigente Costituzione; c) nella difesa dell’assetto costituzionale e dell’equilibrio fra i poteri. Ma tutto questo ha un senso, ora o in prospettiva, se sapremo sviluppare un impegno associativo che consenta alla Magistratura tutta di rendersi garante di quei diritti che oggi cominciano a riaffacciarsi nel cuore e nella mente della gente”.

Qui il suo intervento completo

Insomma è palese la sua vicinanza (e passione oserei dire) per la sinistra

E’ piuttosto curioso che quasi tutte le indagini su Berlusconi vadano in mano a membri della magistratura di sinistra… Se la magistratura non è di sinistra rimane però strano che tutte queste inchieste siano seguite o affidate a militanti di sinistra.