IL FAZIOSO LIBERALE SI TRASFERISCE
Il fatto di violenza succede ad aprile a Roma
Accoltellata e stuprata da un romeno all’uscita della stazione ferroviaria de La Storta, a Roma Nord. Vittima un’universitaria africana di 31 anni. La dinamica della violenza ricalca l’omicidio di Giovanna Reggiani, violentata e uccisa nell’ottobre scorso vicino alla stazione di Tor di Quinto. In manette è finito Joan Rus, un romeno di 37 anni senza fissa dimora e senza precedenti penali, con l’accusa di sequestro di persona, violenza sessuale e tentato omicidio: la coltellata che ha inferto all’addome della donna poteva essere fatale
Nei giorni successivi vi furono forti polemiche sull’insicurezza a Roma e poi incredibili dietrologie e supposizioni ideologiche della sinistra e soprattutto del quotidiano La Repubblica
I due uomini che hanno allertato i carabinieri decidono di mettersi al centro della scena. Uno si chiama Massimiliano Crepas. L’altro, che appare il più loquace, è tale Bruno Musci.
Musci è ospite di ogni rete televisiva che offra un microfono. Fa visita alla ragazza sudafricana in ospedale, e, ripulito dalla parte meno presentabile della sua biografia di cittadino, viene battezzato l'”angelo salvatore”
e ancora
Una e-mail a firma Mario Di Carlo, consigliere regionale del Pd, allaga le caselle postali delle redazioni dei giornali e delle tv. Finisce sul sito “Dagospia”. Segnala che il romeno è difeso da avvocati di fiducia che non può permettersi e per giunta di destra. Invita a rintracciare la foto di Musci alla stretta di mano Alemanno-Baccini.
e infine
Non è escluso che durante l’atto istruttorio siano state fatte domande a Musci sui suoi rapporti con Gianni Alemanno alla luce del suo sostegno al piano di sicurezza del candidato sindaco di Roma per il Pdl.
Sulla rete il dibattito si scalda
Tutto nasce da una lettera pubblicata da «Dagospia» tre giorni fa e rimbalzata su diversi blog della rete. «Come può un romeno senza fissa dimora avere un famoso penalista come Francesco Saverio Pettinari?» è scritto nella lettera pubblicata sul sito di Roberto D’Agostino. E ancora, nella missiva vengono rilanciati altri due dubbi. «Inoltre l’avvocato risulta iscritto in gioventù all’Msi. E guarda caso uno dei soccorritori della ragazza firma con Alemanno, con tanto di foto sul “Il Messaggero” del 22 aprile 2008, il patto per la legalità e la sicurezza». La lettera è firmata con una sigla (Md) e si chiede di farla girare. Chi c’è dietro? Chi l’ha mandata? Mistero. Ad occuparsene è solo la rete. Per due giorni diversi blog rilanciano il caso e ci tessono sopra una serie di teorie complottistiche secondo cui lo stupro (o presunto tale, a questo punto, come scrivono anche molti investigatori improvvisati) sarebbe stato architettato da qualcuno per farlo diventare a forza argomento di questa campagna elettorale. Veleni, boatos che diventano la scenografia degli ultimi giorni di questo duello. Solo Sebastiano Messineo della lista «Moderati per Rutelli» esce allo scoperto tre giorni fa e chiede «che si faccia chiarezza su quanto emerso perché si aprirebbe un fosco scenario». Ma più che indagini o chiarimenti s’ingrossano solo i sospetti.
I rumors si fanno sempre più insistenti. Velatamente si accusa la destra di aver organizzato lo stupro, e messi sul luogo dei testimoni amici, pagato il romeno che poi tramite avvocati di grido al processo avrebbe avuto garantita una pena minima.
Lo stesso Rutelli se ne uscì dicendo
Alcune di queste vicende degli ultimi giorni – dice il candidato del Pd senza fare espliciti riferimenti ma forse già sapendo che i magistrati vogliono vederci chiaro – sono state un po’ sospette. Ma non tocca a me parlarne, indagheranno le forze dell’ordine e la magistratura
e a quel punto Alemanno replicò stizzito
Si lascia intendere chissà che cosa intorno allo stupro della ragazza del Lesotho nei pressi della stazione La Storta. È una cosa talmente fantascientifica che non so se fa più ridere o piangere. Come si fa a strumentalizzare il dolore?». Alemanno ha aggiunto che «si è toccato il fondo. Sono preoccupato di come Rutelli sta affrontando quest’ultimo scorcio di campagna elettorale». «Sottacqua dicono che è stata la destra a organizzare lo stupro della studentessa del Lesotho. Sono dei cialtroni e vanno rimandati a casa
Perchè ritiro su questa vicenda?
Perchè oggi è uscita la sentenza di primo grado, ad oggi non esistono ipotesi di reato per i testimoni dell’accaduto o membri della campagna elettorale di Alemanno e neppure indagati. Restano i fatti
Il romeno Ioan Rus è stato condannato a undici anni di reclusione per lo stupro di una studentessa del Lesotho avvenuto a Roma la sera del 16 aprile all’esterno della stazione ferroviaria della Storta. La sentenza è stata emessa con il rito abbreviato dal giudice per l’udienza preliminare Marina Finiti. Il pm Erminio Amelio aveva chiesto dodici anni di reclusione. A Rus, 37 anni, non sono state concesse le attenuanti generiche. A favore della vittima (S. M.) è stato disposto un risarcimento di 50 mila euro. Rus è stato ritenuto responsabile di sequestro di persona, tentato omicidio, violenza sessuale e detenzione e porto in luogo pubblico di coltello.
Vergogna per chi dietro a questo atto di violenza criminale tentò di costruirci una sottotrama complottistica di serie b.
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