Il grande ritorno di Villari: attacca i leader del Pd e afferma “Io punito come uno stupratore seriale”

20 08 2009

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Il mitico Riccardo Villari che oggettivamente sul caso della Vigilanza Rai ci dimostrò la totale incapacità della sinistra oltre a farci ridere alla grande per giorni per la sua espulsione staliniana dal partito torna alla grande con un’intervista a Italia Oggi

Attacca leader e partito con etichette per tutti

Politicamente si può dire che Veltroni aveva scambiato l’autorevolezza con l’autoritarismo. Era più impegnato a dare ordini che a convincere le persone. Un prepotente smascherato. Politicamente speravamo in tanti che desse un orizzonte al Pd, ma lo si ricorderà per una gestione molto confusa, sia per la segreteria sia nella mia vicenda.

Mi ha rammaricato molto Franceschini, un mio amico. Anni di percorso comune, mi conosce e sa benissimo che non mi vendo per una poltrona. Purtroppo ho capito che Dario è uno smemorato senza sangue, senza anima, senza pulsioni. Lui sì, mi ha deluso.

Il Pd mi sembra una funicolare senza la corrente. Attualmente c’è poca capacità di dettare l’agenda, non c’è leadership. Sono stati capaci di litigare anche per Bossi.

Poi la candidatura di Marino, un vero spettacolo. Comincia col dare le pagelle di moralità e poi accade quello che accade. Siamo allo sbando.

e ripercorre la sua espulsione

La mia espulsione? Ancora nessuno mi ha detto il perché. Nessuno mi ha mai recapitato provvedimenti scritti. E poi parlano di garantismo. Il Pd è un partito giustizialista. Mi hanno espulso dal partito, ma sulla mia moralità nessuno può dire nulla. Gli unici espulsi siamo stati io e Bianchini. Anch’io espulso come uno stupratore seriale. Quello che è agghiacciante è che nel partito nessuno ha preso per le orecchie Di Pietro, dicendogli: come ti permetti di calunniare un nostro iscritto e parlamentare. Non deve essere Di Pietro a darci le pagelle, lui che prima fa l’alleato e poi il giudice. La mia mission sarebbe stata quella di picconare questo nodo scorsoio, quest’alleanza oscura, scellerata, poco trasparente, in stile veltroniano, da fare perché lo ha stabilito il capo.

In effetti non ha tutti i torti

E rivendica le sue scelte chiedendo le scuse del Pd

Mi deve essere restituita la mia onorabilità. Aspetto che qualcuno della dirigenza si alzi dicendo: abbiamo sbagliato a non difendere Villari dalle calunnie di Di Pietro. Fermo restando le critiche politiche, l’onorabilità di una persona è un’altra cosa. Quei dirigenti hanno fatto solo il coro, a cominciare dagli eccellenti poltronisti che occupano sempre gli stessi posti, sia se si vince sia se si perde. Finché il Pd non assolverà questa autocritica, non sarò interessato ad averci a che fare. Rivendico la mia dignità, che non ha prezzo. Senza queste condizioni minime io non ci ragiono.

Insomma il Pd, per Villari, è un disastro dove si salva solo Bersani

la verità è che la dirigenza del Pd è bollita. Quelli che guidano il partito sono bolliti e molti sono anche candidati con la sorpresa: mettono fuori una faccia e poi ne hanno un’altra. Franceschini l’esempio più classico. Doveva essere il riferimento dell’ala moderata e cattolica e invece non lo è. Marino manco a parlarne. Se io fossi nel Pd voterei Bersani. Almeno sai quello che voti, senza nessuna sorpresa.

Di certo non si può dire che Villari ci abbia guadagnato da quella vicenda piuttosto comica e ha delle sue ragioni che nell’intervista spiega bene.





Pdl: imperativo farsi sentire di più e non lasciare alla Lega il monopolio comunicativo

19 08 2009

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Prima delle vacanze mi era stato pubblicato un articolo su Libertiamo che segnalo

IL PDL NON DEVE INSEGUIRE LA LEGA, MA DETTARE IL PASSO DEL PROCESSO RIFORMATORE

Bisogna ammettere che, da un paio di mesi, la Lega è protagonista nel rendere mediatici i propri cavalli di battaglia. Non è solo perché i leghisti sono abituati a creare grandi scandali, ad alzare grandi polveroni e a partire a testa bassa su alcuni temi; ma anche perché effettivamente la Lega ha 4-5 argomenti-cardine che segue con impegno ed entusiasmo. Lo abbiamo visto con le varie discussioni sulla sicurezza, sui temi dell’immigrazione, sul federalismo fiscale e sulla cosidetta “questione settentrionale”.Invece il Pdl, che della comunicazione dovrebbe essere mattatore, sembra rincorrere gli alleati o addirittura annaspare, in assenza di una linea specifica e unitaria.
Evidentemente da qualche mese non ha temi-bandiera da rivendicare, mentre risulta più efficace quando sostiene l’intervento risolutore del Governo nei casi di emergenze nazionali (rifiuti a Napoli o terremoto a L’Aquila, che hanno portato a rilevanti risultati elettorali in queste zone). Ed effettivamente con un’analisi smaliziata si potrebbe dire che talora il carisma personale di Berlusconi e il suo ruolo di indiscusso leader di governo trascina il consenso del partito, coprendone una certa mancanza di iniziativa.
L’inseguimento della Lega  nelle discussioni sulla sicurezza, ha esposto il Pdl a figure non esaltanti, mostrando difficoltà che oggettivamente era meglio non evidenziare: la sensazione piuttosto sgradevole che si è offerta agli osservatori è stata quella che il Pdl è arrivato  al dunque senza un’idea precisa sugli argomenti legati all’immigrazione, e che si è limitato in parte ad arginare e in parte a sposare le posizioni della Lega. Il risultato è stato che la Lega, con la sua coerenza (e conseguenti esagerazioni anche demagogiche), ha avuto un riscontro notevole di consenso politico e elettorale. Anche alle Europee.
C’è un problema evidente di guida e rapporti di forza tra i due partiti della maggioranza: la Lega sembra riuscire a ergersi come primo attore del lavoro governativo mentre il Pdl non riesce a sviluppare e sostenere in questo periodo un sano riformismo organico (non limitato ad alcuni provvedimenti imposti dall’emergenza o da un ruolo di mediazione o di sintesi esercitato da Berluconi).

Temi storici come l’abbassamento delle tasse sono definiti irraggiungibili nel breve termine per via del debito colossale del paese. Proposte sugli sprechi pubblici come l’abolizione di enti inutili quali le province, le comunità montane, ecc… sono finiti nel dimenticatoio, oppure vengono anche in questo caso appaltate alla Lega (vedi Codice delle Autonomie). Un’incredibile occasione persa per attirare consenso e rimpinguare le casse statali.
Sul lato economico-sociale, nonostante i buoni interventi, manca una svolta rapida e decisa verso un riformismo necessario. La proposta di equiparazione dell’età pensionabile è stata finalmente presa in considerazione. Andrebbe rivista in una complessiva nuova riforma delle pensioni (discutendo anche di un adeguamento di quelle anticipate) e il mercato del lavoro andrebbe ritoccato.
Sulla scuola e l’università la Gelmini si è impegnata e il ddl sull’università e sui criteri di sostentamento degli atenei (su base efficientistica e meritocratica ), pur essendo molto apprezzato, è stato rimandato all’autunno. Servirebbe un nuovo scatto, tracciato da questa via, ma le polemiche insulse dell’ondina e della sinistra potrebbero bloccare nuovi interventi in tal senso.
Sulle infrastrutture ci si aspetterebbe un impegno totale per la riapertura dei cantieri e per nuove grandi opere. Le ultime riunioni del Cipe finiscono spesso nel dimenticatoio perché ormai passa l’idea che tra l’approvazione del Comitato e il reale inizio dei lavori passano comunque mesi o anni. Ma più che alle proposte di nuove opere servirebbe mettere mano a soluzioni per evitare i cantieri infiniti, i ricorsi continui al Tar, le continue richieste di adeguamenti ecc. La sburocratizzazione, non solo limitata alle opere pubbliche, dovrebbe essere un obiettivo serio da raggiungere, magari favorendo realmente il project financing e non mettendo i bastoni tra le ruote del privato che vuol costruire opere per la collettività.

Probabilmente è la giustizia l’argomento su cui si punterà. Alcune spunti di riforma del processo penale e civile si sono visti, tra un provvedimento e l’altro, ma un intervento più ampio e organico, magari incentrato principalmente sulla riduzione dei tempi biblici della giustizia, sarebbe auspicabile in tempi brevi.
In ogni caso è evidente che il Pdl non dovrebbe rincorrere la Lega sui suoi temi popolari e su proposte populistiche, ma piuttosto cercare di differenziarsi in positivo, con un’offensiva riformatrice, ponendosi come forza innovatrice e liberale, capace di essere allo stesso tempo il cuore della coalizione e il motore dell’azione governativa per cercare di cambiare e modernizzare il paese.

In questi giorni è il sindaco di Roma Alemanno a dire cose simili

I messaggi del Pdl sono schiacciati sul governo e, di fatto, affidati esclusivamente a Berlusconi. Noi abbiamo bisogno che i coordinatori ed i capigruppo diano voce al partito. il Sindaco di Roma aggiunge che, in questa fase, la Lega ”fa la voce grossa per alzare il prezzo. Un atteggiamento che, obiettivamente, indebolisce il centro-destra”.
Di qui l’invito ai vertici del Popolo della Liberta’ a ”farsi sentire di piu”’, cosa questa che Alemanno ritiene ”indispensabile per evitare che la Lega sia troppo pesante sul versante dell’immagine”.

La discussione ha provocato la replica stizzita di Gasparri, che l’ha presa sul personale, proprio quello che non doveva accadere





Si aprono le crepe nell’Idv: Donadi contro Di Pietro, dopo gli attacchi a Napolitano

23 07 2009

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Era già accaduto che nell’Idv ci fossero vedute diverse sul rapporto conflittuale tra Di Pietro e il Presidente della Repubblica Napolitano, più volte attaccato duramente dal trebbiatore. Già nell’occasione degli attacchi scomposti di Piazza Navona i dipietristi Giulietti, Li Gotti e Donadi si erano smarcati dal tribuno.

Ma ora Donadi (capogruppo alla Camera) ribadisce i suoi distinguo

Di Pietro sbaglia. Non possiamo certo rimanere inermi di fronte all’offensiva di Berlusconi. Ma Di Pietro non deve portare avanti lo scontro frontale con Napolitano. Cosi’ rischiamo di fare il gioco del premier. Donadi dice di ”riconoscere che il compito del Capo dello Stato deve essere per definizione improntato al massimo equilibrio. Aggiungo che, soprattutto in questo momento, con una maggioranza cosi’ allineata al suo capo, il ruolo di Napolitano e’ ancora piu’ delicato”. Certo, chiarisce Donandi, forse ”la prudenza istituzionale del Colle” sulle intercettazioni, sul Lodo Alfano, sulla sicurezza ”puo’ agevolare il disegno berlusconiano”. Ma, aggiunge subito dopo, ”la tentazione anche legittima di forzare la mano di Napolitano rischia di portarci al risultato opposto. Nel suo intervento dell’altro giorno il Capo dello Stato e’ stato molto esplicito ma sono convinto – sottolinea – che il Presidente della Repubblica non avesse la benche’ minima intenzione di offendere Di Pietro. Napolitano e’ un galantuomo”. Il Quirinale forse ”sta seguendo la linea del tatticismo esasperato. Ma la logica dello sontro frontale – avverte – finira’ per portarlo nella direzione opposta rispetto a quello che vogliamo

L’intervista proviene dal Riformista ed è seguita da un editoriale molto duro del direttore Polito

che in un editoriale parla di Di Pietro come di un parlamentare che ”addirittura intima” a Napolitano cio’ che deve fare, ”interferendo su un potere (quello del messaggio alle Camere) che la Costituzione affida in esclusiva al Capo dello Stato”. Polito chiarisce che ”diciamo queste cose non solo in difesa del bon ton istituzionale o della figura di Napolitano” ma ”anche e soprattutto per difenderne i poteri. Si rende conto Di Pietro – si domanda il direttore – che il suo comportamento potrebbe indebolire, non rafforzare, proprio quella funzione di controllo e garanzia del Quirinale che che lui dice di stargli tanto a cuore?”. Ma ”meno male – conclude Polito – che Napolitano ha le spalle larghe e non si lascia intimidire da nessuno





Spunta l’outsider per la segreteria del Pd. Il motto di Nicolini “Ci vuole un ritmo giusto per un buon cocktail”

22 07 2009

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Si allarga la platea dei potenziali candidati segretari del Pd. Dopo Grillo spunta Nicolini

Renato Nicolini ha deciso: sarà il quinto candidato alla segreteria del Partito democratico. Dopo l’intervento di lunedì alla manifestazione contro i tagli al Fondo unico per lo spettacolo, l’ex assessore capitolino, inventore dell’Estate romana, ha deciso di «sciogliere ogni riserva» e di candidarsi a segretario del Pd, sfidando l’attuale numero uno dei democratici Dario Franceschini e gli altri tre candidati Pierluigi Bersani, Ignazio Marino e Mario Adinolfi.

Criptico il novello candidato che si spinge in alcuni pensieri alquanto poco comprensibili

Non mi piace lo slogan ‘mescolati, non agitati’ (non voglio nemmeno parlare di Democratic party) della festa di Roma. E’ una frase di James Bond, l’agente 007, e già questo dovrebbe far pensare – spiega ancora Nicolini -. Dice invece Nick, agitando lo shaker nella sequenza iniziale dell”Uomo ombra’, che un buon Martini va agitato secondo un ritmo. Per lui il ritmo era il valzer. E per noi oggi? Che il ritmo giusto per un buon cocktail sia quello della solidarietà? Liberté, egalité, fraternità, per dirla non alla bolscevica ma con le parole della rivoluzione francese? Che è successo? Com’è che l’abbiamo dimenticato? Com’è cominciato quest’inverno dei nostri rancori?“. Per l’ex assessore, poi, ”tutto è politico, se lo si prende con leggerezza e senza integralismo. Due qualità che oggi mancano al Pd, e che sono indispensabili se vogliamo un buon cocktail, un cocktail dei nostri tempi

Nicolini guarda al futuro

Nicolini dice anche di volersi ricollegare alla «grande stagione delle autonomie locali, tra la metà degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, la stagione delle cosiddette giunte rosse», quando egli stesso era assessore a Roma.

e attacca i competitors

Mi sembra assurdo che ci siano due candidati come Bersani e Franceschini. È come se facessimo il gioco dell’oca e fossimo tornati alla casella di partenza, con Bersani che ricorda molto il Pds, il vecchio comunismo emiliano e Franceschini che rievoca la Margherita

Insomma l’ennesima candidatura di qualità, sostenuta da pensieri innovativi e soprattutto chiari





Il povero Sircana si riduce a cantare “O’ Tesseramento” del Pd e svela gli abbiocchi di Prodi

19 07 2009

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Dove è finito il mitico Sircana, portavoce di Prodi, reso celebre oltre per una fotina con un trans anche perchè era stato designato per essere l’unica voce di sintesi del governo (aspetta e spera!)?

Bene, non essendo più il portavoce di nonno Prodi, anche lui si ricicla in qualche modo. Come cantautore…

Meno male che Silvio c’è. Silvio Sircana. L’ex portavoce di Prodi, in realtà un cantautore, ha scritto, altro che Apicella, una malinconica canzone stile De André dedicata però al tesseramento del Pd. Titolo: «’O tesseramento». Vi canta amaro le pratiche con cui si recluterebbero gli iscritti nel Napoletano, in vista del congresso. La canzone, postata ieri sul sito del Riformista, ha per protagonista un guappo che entra in un locale e «dopo ’o brindisi / spiega stu bisiniss / e tessere l’avimm a piglià nui / sore, frate, parenti, accussì disse / accussì quanno si vota alla primaria / dint e circuli, a ’o congresso d’o Pd / ’a voce e Napule se sentirà pe l’aria / e chi simm avranno da capì». Musica, per Silvio.

Il caro Sircana ci svela anche qualche retroscena sul pensionato Mortadella (e sulle sue innumerevoli qualità. si fa per dire eh..)

Il Professore ha fama di gaffeur?
Romano non soggiace volentieri agli obblighi del protocollo. Quando lo irreggimenti va in sofferenza, ma sa dissimulare. Sicuramente non è uno che per una battuta si gioca un incontro diplomatico. Talvolta è vittima di distrazioni.

Tra le “distrazioni” rientra qualche pisolino durante gli incontri ufficiali?
Di pisolini di leader ne ho visti tanti in questi anni. Si fa una vita stancante, ci si addormenta. L’abbiocco, come si dice a Roma, è uno degli aspetti dell’essere informale di Prodi. L’altro è la sua espressività colorata. Sono passate per gaffe anche cose che non lo erano, magari dette di corsa su questioni non in agenda.

È il decennale dalla nomina di Prodi a presidente della Commissione europea. Ecco cosa scrissero in quegli anni alcuni giornali. Financial Times: «Manager incapace». Times: «Un problema per l’Europa». Libération: «Il peggiore presidente dell’Europa». Der Spiegel: «Non ha visione strategica».
Io non c’ero e non mi piace parlare di cose che conosco poco. Dico solo questo. Gli inglesi li espungerei in blocco. Lì c’era un’ostilità dichiarata e un mandato a sabotare, a cominciare dal commissario inglese, Mandelson

E il mandato africano all’Onu?
Lui nei paesi africani ha una credibilità e una forza che non ha alcun altro leader europeo. C’è stima e speranza nelle personalità che lo avvicinano. Da quelle parti non ha rivali. Per questo noi amici, scherzando, lo chiamiamo il leader degli sfigati





La pace nel Pd: pugni e schiaffi al congresso dei giovani democratici a Salerno

16 07 2009

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E’ innegabile e veramente noiosa questa pace continua all’interno del Pd. Quotidianamente ci dimostrano quanto sono uniti e quanto i litigi non siano una prerogativa dei democratici.

Ecco l’ennesima dimostrazione

Che il clima non fos­se dei migliori, in casa Pd, lo si sape­va. Polemiche, insulti, congressi contestati, poi invalidati. Ma a Saler­no si è andati ben oltre, la normale dialettica politica si è trasformata in pura violenza. Il caso delle tesse­re gonfiate è finito letteralmente a cazzotti. Utilizzato come scusa per menare le mani.

Cosa è successo?

A Paste­na il congresso provinciale (bis) dei giovani democratici si è concluso con un agguato ed un’aggressione. Quando i giovani delegati si sono ri­trovati l’ingresso della struttura bloc­cato da una quarantina di individui «armati» di striscioni contro il gover­natore della Campania Antonio Bas­solino e contro i «congressi fasulli». Ad onor di cronaca, occorre precisa­re che il congresso era stato convoca­to dal segretario nazionale Fausto Raciti e dal segretario regionale Mi­chele Grimaldi. Appuntamento al Po­lo nautico per i circa quaranta demo­cratici di area bassoliniana, perché i deluchiani ne hanno vinto un altro poi invalidato.

Ecco le dichiarazioni sull’accaduto

Bonadies, segretaria provinciale dei democratici deluchiani

Un vergognoso tentativo di aggres­sione politica è stato sconfitto. Per impulso dei notabili politici di Napo­li si è cercato di tenere una specie di assemblea provinciale dei giovani del Pd, con l’obiettivo di ribaltare i risultati di un regolare congresso (quello che l’ha eletta, ndr ). È stato un tenta­tivo irresponsabile e stalinista di in­terferire nella vita degli organismi territoriali come già avvenuto altro­ve in Campania — prosegue Liliana Bonadies —. È stata l’ennesima ag­gressione dei notabili e dei baroni delle tessere di Napoli alle regole più elementari di vita democratica. Di chi vuole far continuare la storia ul­tra decennale di tesseramenti e con­gressi falsi a Napoli e in Campania. Di chi vuole condizionare la vita del Pd nazionale, in un momento crucia­le, con logiche di prevaricazione. La parte sana dei giovani democratici non tollererà più nessuna ingerenza e scorrettezza. Ci attendiamo che i li­velli nazionali pongano la parola fi­ne rispetto alle situazioni vergogno­se della Campania. Rispetto a situa­zioni vergognose che si registrano solo in Campania

Chiudono Razzano, responsabile comunicazione e Raciti, capo dei giovani democratici

Peppe Razzano, responsabile comunicazio­ne nazionale dei giovani, spiega: «Qualsiasi documento a firma di una segretaria fantomatica non è ricon­sciuto dalla segreteria nazionale, con­danniamo gli atti di violenza e a bre­ve decideremo il da farsi». E il segre­tario nazionale, Raciti chiosa: «Con­danno quello che è successo con for­za, perché non mi è mai capitato di vedere in nessuna parte d’Italia una cosa del genere. Domani sentirò tutti i membri del comitato provinciale e valuterò come procedere».





La SuperUnione

16 07 2009

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Bersani ipotizza un dialogo con le formazioni di sinistra ma anche con l’Udc (in perfetto stile veltroniano). L’immaginate quanto sarà produttiva una possibile SuperUnione se dovesse mai vincere le elezioni? Casini e Vendola abbracciati in buvette a parlare di temi etici e pacs, Di Pietro e Cuffaro a dialogare divertiti dei temi della giustizia, Pecoraro e Fassino a ridere felici su quali infrastrutture bloccare e quali rimandare, Tabacci e Bertinotti giocherellare su argomenti economici, Marino e Binetti mano nella mano sul testamento biologico. E’ veramente un sogno, quanto ci manca l’Unione. La SuperUnione ci regalerebbe momenti paradisiaci di totale condivisione del programma (ovviamente sulle 500 pagine) e manifestazioni di lotta e di governo concordate e partecipate da tutti. Tirate fuori dall’ospizio nonno Prodi e il futuro del centrosinistra tornerà clamorosamente al centro della politica. Per la gioia degli italiani





Pd: scoppia lo scandalo tessere gonfiate in Campania

15 07 2009

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A poca distanza dal caso Grillo, scoppia un nuovo “scandalo” in casa Pd. Il tesseramento altamente anomalo del Pd in Campania

La classe dirigente del Partito Democratico deve affrontare l’ennesimo scandalo. In un solo pomeriggio, a Napoli, più di 6000 persone avrebbero deciso di aderire al Partito di Dario Franceschini.
Ignazio Marino, eletto nuovo castigatore del Partito Democratico per i dubbi sollevati sulla moralità del progetto politico che vorrebbe rappresentare, ha supposto che nel capoluogo campano in pochi giorni ci sarà più tesserati che elettori.

Di fatto l’ennesima notizia che punta a minare gli equilibri interni del Partito tendenzialmente di centro-sinistra non è una totale novità. Ad oggi, stando ai dati ufficiali, un quinto degli iscritti a Partito Democratico si sarebbe iscritto a Napoli.

Entrando nel particolare dei dati in regione

Ci sono Comuni dove il Pd, alle Provinciali di un mese fa, ha preso meno voti degli iscritti. Un’anomalia eclatante. È successo a San Giuseppe Vesuviano, a Pimonte, a Casola, a Casamarciano, a Visciano.

I rapporti votanti-iscritti con un tesseramento normale li spiega un consigliere regionale del Pd

In teoria, in un partito trasparente, ad ogni iscritto dovrebbero corrispondere almeno dieci voti, perché il militante porta a votare anche parenti ed amici che non sono tesserati. Invece a Napoli e provincia accade per lo più il contrario. Nella stragrande maggioranza dei Comuni e delle Municipalità il rapporto tra iscritti e voti si ferma attorno a 2 o 3. Cifre da considerarsi sospette

e invece…

è evidente che il rapporto «corretto» di uno a dieci viene mantenuto solo in 12 Comuni della provincia e due Municipalità della città di Napoli. Qualche esempio? A Frattamaggiore il Pd ha 2062 tesserati ed ha ottenuto 5.012 voti. Rapporto: 2,32. A San Giorgio a Cremano, altro grosso centro alle porte di Napoli, gli iscritti sono 2.414 ma i voti si sono fermati a 5.820. Un rapporto di 2,41. A Napoli le Municipalità con le più evidenti anomalie sono anche quelle a più alta incidenza di camorra

Notevole il confronto con altre zone dell’Italia

In provincia di Caserta arriveremo forse a 10mila tessere. Tutta la Lombardia ne conta meno della metà. Napoli e provincia sfiorerà le 60mila, Benevento e Avellino intorno alle 6mila ciascuna. Salerno il doppio.

Domanda finale

Se le tessere sono fasulle, allora che Partito Democratico è?

Insomma il potere Bassoliniano in Campania sembra resistere fortissimo. Sarà essenziale nella corsa alla segreteria del Pd, tanto è vero che Bersani si limita a non discutere la questione dicendo di avere massima fiducia negli organi locali (ovvio visto che Bassolino lo sosterrà). Notevole il fatto che in Campania dove ultimamente il Pd è crollato dopo 15 anni di potere assoluto del centrosinistra abbia così tante tessere






Beppe Grillo e il Mago Otelma irrompono nella sfida per la segreteria del Pd

12 07 2009

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Giornata di grandi novità dal fronte piddino. Dopo i litigi persino sullo stupratore di ieri, oggi due succose notizie, probabilmente decisive per il futuro del partito.

La prima è che Beppe Grillo si candida per le primarie

Il 25 ottobre ci saranno le primarie del PDmenoelle. Voterà ogni potenziale elettore. Chi otterrà più voti potrà diventare il successore di gente del calibro di Franceschini, Fassino e Veltroni. Io mi candiderò. Dalla morte di Enrico Berlinguer nella sinistra c’è il Vuoto. Un Vuoto di idee, di proposte, di coraggio, di uomini. Una sinistra senza programmi, inciucista, radicata solo nello sfruttamento delle amministrazioni locali.

Io mi candido, sarò il quarto con Franceschini, Bersani e Marino. Partecipo per rifondare un movimento che ha tolto ogni speranza di opposizione a questo Paese, per offrire un’alternativa al Nulla.

Insomma per un partito che quotidianamente si dimostra comico ci vuola la discesa in campo di un comico vero che aveva promesso di non scendere in politica. Ne succederanno delle belle. Gli apparati di partito consentiranno a Grillo di candidarsi o partiranno i blocchi democratici? Grillo riuscirà a farsi sentire e ottenere un discreto risultato? Il Pd affonderà ancora di più? Onestamente un partito che sia così protagonista in negativo della politica è difficile da trovare. Ogni giorno esce una nuova notizia tragicomica che investe il Partito Disperato.

Ma Grillo deve rendersi conto che la partita è già chiusa.

Infatti il Mago Otelma, noto guru democratico, ha già fatto capire chi vincerà

CANCELLERIA PRIVATA DEL DIVINO OTELMA

Roma,10 Luglio 2009

Comunicato stampa

SARA’ DARIO IL NUOVO SEGRETARIO

OGGI- 10 LUGLIO 2009- INTERVENENDO A “UN GIORNO DA PECORA”  (IL NOTO PROGRAMMA RADIOFONICO RAI DI GRANDE E CRESCENTE SUCCESSO CONDOTTO DAI VALENTI CLAUDIO SABELLI FIORETTI E GIORGIO MAURO) IN SINERGIA COLLA  DOTTORESSA PAOLA BINETTI (NOTA ESPONENTE POLITICA DEL PD)
IL DIVINO MAESTRO OTELMA HA PROFETIZZATO LA FATALE VITTORIA DI DARIO FRANCESCHINI E LA SUA ASCESA AL SOGLIO SUPREMO DEL PARTITO DEMOCRATICO.
GLI ALTRI CANDIDATI -A QUESTO PUNTO- PRENDANO ATTO DI CIO’ E SI MUOVANO DI CONSEGUENZA (LA MOSSA PIU’ SAGGIA E’ IL RITIRO DELLE CANDIDATURE).
IL DIVINO MAESTRO HA PARLATO:LA QUESTIONE E’ CHIUSA.

E poi ci chiediamo perchè il cinema è in crisi. Caspita ogni giorno questi fantastici democratici sinistri ci regalano trame di grandissima qualità (e trash stupefacente). Un’opposizione che sa dove andare e cosa proporre all’Italia. Tra uno stupidario franceschini e la sua freccia del sorpasso, un bersani e la bocciofila, un walter che porta in dote clooney, una binetti con il cilicio, il nonno prodi moderno gufo alle spalle e le new entry mago otelma lo stratega e il grillo di parola che si può volere di più? Date due Oscar al Pd subito: miglior film e miglior sceneggiatura





Dario il falsario

12 07 2009

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Con molto ritardo segnalo un mio trafiletto pubblicato dal sito di approfondimento Il Predellino, nella rubrica StupiDario

Franceschini e le sue promesse nei mesi. 4 marzo: “Arrivato al congresso ho finito il mio lavoro e non ho nessuna intenzione di ricandidarmi”
5 marzo: “Non mi ricandido, e sarò più libero. Il mio vero obiettivo sono le Europee, battere lì Berlusconi. Il mio mandato è a termine e di garanzia. Non ho il problema di ricandidarmi perché sarebbe innaturale. Al congresso facce nuove”
22 maggio: “Ho già detto cosa farò e non cambio idea. Il mio lavoro finisce a ottobre.”
E invece: “Mi candido per portare il Pd nel futuro e per non tornare indietro”
Insomma uno di parola…