Sbarchi clandestini: -89% da quando è attivo il trattato con la Libia

21 08 2009

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Da quando è attivo il trattato con la Libia (e sono iniziati i respingimenti) gli sbarchi sulle coste italiane sono crollati. Ecco una tabella….

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Il successo dei respingimenti

16 07 2009

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Dal Magazine del Corriere della Sera (n.27 – 9 luglio 2009) a pagina 55

Nel centro espulsioni di Lampedusa non c’è più nessuno, poche decine le persone rimaste in quelli di Bari o Trapani. Da maggio le nostre navi hanno riportato in Libia centinaia di disperati. E ora c’è anche il pacchetto sicurezza.

All’inizio dell’estate 2008, il flusso era ininterrotto e capace di finanziare un’industria molto fiorente: piccoli armatori, intermediari, scafisti improvvisati, agenti libici corrotti, basisti di stanza in Italia. Che fine ha fatto tutto questo?

Le statistiche del ministero degli Interni, dopo la svolta di maggio, evidenziano un grande vuoto. Dal 1 gennaio al 24 giugno il numero degli immigrati sulle nostre coste si è ridotto al minimo: 57 in Calabria, 50 in Puglia, 199 in Sardegna e appena 7064 in Sicilia. E così a fine giugno le presenze nei Cie (ex Cpt) non superavano quota 1207. Il dato più eloquente è quello di Lampedusa: 0 presenze di mmigrati clandestini sull’isola. Ma anche negli altri Cie gli effetti della svolta si sono fatti sentire subito: 103 a Bari, 76 a Bologna, 97 a Caltanissetta, 55 a Catanzaro, 94 a Crotone, 196 a Gorizia, 93 a Milano, 56 a Modena, 79 a Torino e 43 a Trapani. Numeri fuori dalle medie stagionali degli sbarchi.

Alla faccia della crudeltà, delle norme razziali, del flop politiche sull’immigrazione clandestina. Ecco i risultati per chi dal basso della propria politica nullafacente, buonista e lassista sa solo starnazzare





La sinistra sulla sicurezza: dai decreti prodiani con errori alle critiche demagogiche

4 07 2009

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Segnalo un mio articolo pubblicato oggi sul quotidiano online Il Legno Storto

Attaccano con slogan come “passa l’equazione immigrazione=criminalità”, parlano di “testo sbagliato, ingiusto e inutile”, sperano che il Quirinale possa rimandare indietro il provvedimento, stabiliscono che il ddl è dannoso per il paese, alludono a “riecheggiamenti di leggi razziali”, annunciano “disobbedienza civile”. Insomma un protesta piuttosto omogenea, volontariamente e allegramente demagogica. Ma una domanda sorge spontanea: che cosa hanno fatto loro sui temi dell’immigrazione, della sicurezza e della criminalità?
1 novembre 2007, muore la signora Reggiani a Tor di Quinto, aggredita, violentata e poi uccisa brutalmente da uno sbandato rom.
L’allora sindaco di Roma Veltroni chiede un immediato intervento del governo affermando “Ci vuole un intervento straordinario, d’emergenza. Non si può girare intorno al problema, è una grande questione nazionale che riguarda tutte le grandi città. Rivolgo un appello perché si contribuisca tutti insieme, in Parlamento, a fare nuove norme per la sicurezza”.
L’esecutivo Prodi, tra l’altro non proprio con celerità, porta il decreto in parlamento il 10 dicembre. C’erano già state divergenze nella visione del provvedimento tra l’ala di sinistra e quella più centrista. Il testo arriva al Senato, blindato dalla fiducia. Durante la discussione l’opposizione fa notare che degli articoli nel dl fanno riferimento a normative e trattati che in realtà nulla hanno a che fare con quanto espresso nella legge. Il dl passa, nonostante il voto contrario della senatrice Binetti per le norme anti-omofobia.
Ma il pasticcio tecnico-giuridico è troppo grave, il decreto viene fatto decadere per gli errori al suo interno. È nullo a causa della fretta, delle divisioni e dell’incapacità di chi lo ha scritto. Il Governo decide di rinunciare alla conversione del decreto legge in materia di sicurezza.
Preannuncia un nuovo decreto sostitutivo per fine dicembre. Ma alla fine il decreto non vedrà mai la luce a causa dei litigi all’interno della maggioranza, non uscirà niente dal Consiglio dei Ministri e nulla arriverà in aula. Quindi nonostante un’emergenza denunciata persino dal leader del Pd il Governo non fu in grado di intervenire per un’assoluta mancanza di serietà nel mettere insieme norme e articoli del provvedimento.
In 2 anni di Governo Prodi non c’è stato alcun intervento in temi di sicurezza, criminalità, immigrazione. Il vuoto assoluto.
Il Governo Berlusconi in un anno di vita ha approntato due decreti (uno generale e uno antistupri), ha reso legge dello Stato la normativa antistalking e ora questo ddl sicurezza, comprensivo di norme su criminalità. Immigrazione, lotta alla mafia, degrado sociale, accattonaggio eccetera.
Possono gli incapaci protagonisti del nulla totale in temi di sicurezza definire inutili e dannosi i provvedimenti che l’Italia richiedeva da anni? Possono criticare dal basso dei loro precedenti in materia?





Quando Di Pietro era a favore del reato di clandestinità

3 07 2009

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Ieri i senatori di Di Pietro (che come i deputati dell’Idv han votato No) si sono resi protagonisti di una protesta demagogica attaccando il governo sul reato di immigrazione clandestina e sulle presunte leggi razziali.

Ma andiamo a rileggerci qualche dichiarazione (e convinzione) del trebbiatore

Nel 1997 Di Pietro su “Oggi” evocava il “taglio d’attributi” (A.Polito,Di Pietro è tornato ma l’Italia è diversa,in La Repubblica,5 settembre 1995) agli immigrati delinquenti.

Nell’agosto del 1998,Di Pietro sparava a zero sulla politica sull’immigrazione dell’Ulivo definendola “permissiva” e chiedeva di arrestare e rimpatriare in 24 ore gli immigrati che si rifiutavano di rivelare la nazione di provenienza. “Di Pietro è superficiale e demagogico”,dichiarava Ranieri dei DS.La Iervolino lo invitava a ricordarsi dei diritti umani e Corbelli lo voleva persino denunciare per istigazione alla xenofobia.

La verità è che il leader dell’IDV è sempre stato a favore del reato di immigrazione clandestina.”Dando per scontato che la clandestinità deve costituire reato“,dichiarava a Trieste nel 2001, “il problema della pena è legato a quello di una riforma del Codice di procedura penale” (Ansa,17 febbraio 2001).Il reato di immigrazione clandestina,che a giudizio dell’ex -pm doveva essere punita con il carcere da 15 giorni a tre anni,non doveva scattare al momento dell’immigrazione,ma al momento della contestazione.Nel decreto con cui l’immigrato clandestino veniva espulso,avrebbe dovuto essere indicata la pena che il pm chiedeva al gip nel caso il clandestino fosse stato ritrovato in territorio italiano.Solo quando ciò avveniva dovevano scattare l’arresto per direttissima e la pena (Ibidem).

Si oppose anche al voto degli immigrati alle primarie dell’Unione. La legge Turco-Napolitano a suo dire era «troppo permissiva», perché il rimpatrio doveva aver luogo entro ventiquattr’ore.

Che l’immigrazione clandestina divenga reato è indispensabile per il nostro Paese“,dichiarava l’ex-pm.”Noi rispettiamo  l’immigrato che lavora onestamente e che sia regolarmente registrato.Ma riteniamo anche che non si possa piu chiudere un occhio di fronte a chi viola la legge.Se un italiano,per esempio,si rifiuta di dare le proprie generalità,commette un reato.Non si capisce perchè lo stesso non debba valere anche per l’immigrato” (Ansa 15 maggio 2008).

Tra le misure ipotizzate per affrontare l’emergenza clandestini l’IDV prevedeva l’istituzione dei “centri di identificazione amministrativa” e l’inserimento nel Codice del reato di “mancata collaborazione alla propria identificazione”.In sostanza Di Pietro cambiava le parole pensando di cambiare le cose.Ribattezzava i CPT centri di identificazione amministrativa,senza peraltro spiegare se gli immigrati dovessero essere trattenuti a forza come prima oppure no,e poi introduceva un reato che era la fotocopia di quello di clandestinità,il cui solo titolo,”mancata collaborazione alla propria identificazione”,faceva insieme sorridere e venire i brividi.

La solita coerenza del re di Montenero di Bisaccia (già smontata anche sul referendum). E al link citato ci sono altre perle….





Azzerati i flussi di clandestini a Lampedusa, Cie vuoto!

27 05 2009

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Oggi il ministro Maroni in un’interrogazione parlamentare in merito alla lotta all’immigrazione clandestina ha fornito delle cifre sulla situazione a Lampedusa

Il flusso di sbarchi di clandestini sulle coste meridionali dell’Italia «si è praticamente azzerato». Grazie all’efficace politica di contrasto all’immigrazione clandestina attuata dal governo, che ha messo in atto riaccompagnamenti e respingimenti». In conseguenza di ciò il centro di prima accoglienza di Lampedusa, oggi è praticamente vuoto, visto che gli ultimi 20 clandestini sono stati trasferiti nei centri di competenza per i richiedenti asilo. Dal 6 maggio, giorno in cui sono iniziati i respingimenti verso la Libia, «si è arrestato il flusso di immigrati clandestini sulle coste siciliane, in particolare a Lampedusa

e ancora

Nel 2008 si sono registrati 537 sbarchi in Sicilia con l’arrivo di 34.540 persone, mentre quest’anno – dati aggiornati al 20 maggio – i clandestini arrivati sono stati 6.588

In ogni caso il Cie di Lampedusa non verrà smantellato e nei prossimi giorni Maroni ha annunciato che

incontrerà esponenti del governo libico per portare avanti la collaborazione e l’impegno a una sensibilizzazione dell’Unione europea sul tema del contrasto all’immigrazione clandestina.

Il ministro si è lasciato andare anche a una battuta

Noi abbiamo respinto 500 clandestini e siamo stati messi all’indice, mentre la Spagna, che ne ha respinti diecimila va bene solo perche’ e’ un paese guidato da un premier socialista

Insomma ottimi risultati nella lotta all’immigrazione clandestina dopo l’inizio dei pattugliamenti congiunti e dei respingimenti. Finalmente novità importanti dopo anni di lassismo, buonismo e politiche inconcludenti





Il dilettantismo alla camera, grave il no sul tempo di permanenza nei Cpt

8 04 2009

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L’assemblea di Montecitorio ha approvato a scrutinio segreto gli emendamenti del Pd e dell’Udc al decreto che sopprimono l’articolo del testo sull’esecuzione dell’espulsione degli immigrati che aumentava a 180 giorni il tempo di permanenza nei Cpt degli immigrati.

Per capire l’importanza dell’articolo citiamo l’intervento del Capo della Polizia Manganelli

L’aver soppresso la norma che estende la permanenza coatta nei Cie da due a sei mesi rappresenta ”un incentivo ai nuovi arrivi” di clandestini sul nostro territorio e questo ”risulta chiaramente dai dati processuali e investigativi in nostro possesso”. E’ quanto ha affermato il Capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli che, accanto al Ministro dell’Interno Roberto Maroni e al sottosegretario Alfredo Mantovano, ha partecipato alla conferenza stampa al Viminale dopo il voto sul Dl anti-stupri alla Camera. Manganelli ha aggiunto che quanti ”gestiscono i traffici scandiscono il loro operato anche su queste basi” e che un segnale ”di tutti fuori” arriva subito agli ”sfruttatori di clandestini”. Secondo il capo della Polizia in molti casi, insomma, il tempo di 60 giorni per il trattenimento nei Cie dei clandestini e’ insufficiente per procedere alle identificazioni e alle espulsioni. ”Questo – ha voluto aggiungere – e’ un dato tecnico e non ideologico”. ”Se ci accontentiamo con i clandestini del ‘cartellino rosso’ va bene – ha concluso Manganelli facendo riferimento alle ingiunzioni di espulsione – ma in questo caso non tutti, poi, lasciano il terreno di gioco”

Diciamolo chiaramente. E’ vergognoso questo assenteismo della maggioranza in parlamento e il comportamento dei franchi tiratori che non si sa per chi facciano il gioco. Che il Pd voti contro non è più una sorpresa, ormai agiscono solo in modo demagogico visto che questa norma esiste in tutta Europa e la direttiva europea prevede tempi addirittura fino ai 18 mesi. Ma nel momento in cui persino l’Idv si astiene dimostrando che la norma è sicuramente giusta questi incredibili errori di dilettantismo gettano ombre pesanti sulla qualità della maggioranza in Parlamento.

Speriamo che in qualche modo la norma venga recuperata o in un ddl o in qualche altro modo.





Le ronde di sinistra sugli autobus sono buone, quelle di destra razziste

25 06 2008

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Vi ricorderete senza dubbio i controlli che furono fatti a Milano sui mezzi urbani e che portarono al fermo di vari stranieri senza permesso.

Ricordiamo come commentò l’organo ufficiale del Partito Comunista Sovietico, ops….volevo dire PD, parlo de L’Unità

Controlli a tappeto a Milano su alcuni mezzi pubblici più affollati, stranieri fatti scendere a gruppi dagli autobus, messi in fila, identificati e poi portati per ulteriori accertamenti in Questura se sprovvisti di documenti.
È l´Italia della destra e di Berlusconi. Sono scene inconsuete, per la loro durezza, in un Paese civile.
L´ennesimo capitolo della tolleranza zero sui clandestini a Milano con controlli serrati, in mezzo alla gente, come non se ne erano mai visti prima.

E la Pravda Repubblica rilanciava con immagini da inferno dantesco
La scena ha lasciato allibiti centinaia di milanesi. Un pullman con grate di ferro ai vetri fermo in piazza XXIV Maggio, in pieno centro. A bordo clandestini appena fermati dai vigili urbani in divisa “da combattimento” con manganelli e pistole. Disperati fermati sul tram senza biglietto e documenti in attesa sul bus “blindato” di essere trasportati a una centrale della polizia locale per l´identificazione per poi finire in questura.

Ma nel silenzio più assoluto si scopre che in questi giorni…
Con il precedente illustre di Milano, anche Rozzano vara le sue ronde sui mezzi pubblici. È stato lo stesso sindaco Massimo D’Avolio, 42 anni, area riformista del Pd, ad annunciare che sul tram numero 15, in alcune ore del giorno, saliranno vigili urbani e carabinieri «per compiere controlli anticriminalità e prevenire con la loro stessa presenza i piccoli reati contro il patrimonio e gli episodi di bullismo denunciati ultimamente dai cittadini».
D’Avolio non è nuovo a queste iniziative, avendo guidato non più di un mese fa alcune perlustrazioni notturne a caccia di delinquenti, responsabili del degrado urbano e della paura dei suoi concittadini.

e qui giustamente il vicesindaco di Milano, De Corato replica
«E ora ci dicano se anche questi controlli di Rozzano sono una “caccia all’immigrato”. Il silenzio assordante dei consiglieri che di solito professano il “benaltrismo” quando le amministrazioni amiche fanno le stesse cose che fa Palazzo Marino, si spiega solo con la logica dei due pesi e due misure».

Imbarazzata (e imbarazzante) la sinistra, le loro ronde sono buone, caritatevoli, solidali. Non le fanno per combattere la criminalità e la clandestinità. Le loro sono equo responsabili, a favore degli immigrati clandestini. Non sia mai che si sappia che la sinistra si comporta come la destra su questi temi. I destri però sono sporchi razzisti, i sinistri sono i santi controllori.

E poi ci si chiede perchè la sinistra è ridicola…..

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