Bassolino aveva promesso le dimissioni ma ormai è ufficiale che non ci saranno (lo dice il PD)

15 01 2009

IL FAZIOSO LIBERALE SI TRASFERISCE

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Ricordiamo quanto disse Bassolino ad aprile

Un ciclo è finito. Me ne vado ma tra un anno. L’orizzonte giusto del nostro impegno e del nostro lavoro è attorno a un anno, sarebbe terribile se abbandonassimo all’incertezza la questione rifiuti e l’indirizzo delle risorse economiche strutturali. Poi, per quello che mi riguarda, si può andare al voto ben prima della scadenza naturale portando avanti l’interesse dei cittadini che è la mia stella di riferimento

e tutti i giornali lo avevano segnalato aggiungendo particolari commoventi

Ancora un anno, poi Bassolino si farà da parte e in Campania si andrà alle elezioni anticipate per rinnovare il governo regionale. Lui giura di aver deciso in totale solitudine e senza avvertire nessuno, dice che aveva accanto soltanto la sua gatta quando ha buttato giù gli appunti per il discorso da fare ai giornalisti convocati a Palazzo Santa Lucia per l’ annuncio.

Il PD ne era contento

Veltroni parla di scelta dettata da «senso di responsabilità e amore per la Campania». Se Bassolino la racconta così, bisogna credergli. Tanto più che dai vertici del Pd in qualche modo confermano: «Decisione autonoma», fanno sapere. Ma «auspicata», e quindi «molto soddisfacente»

A inizio dicembre sembrava che il PD volesse chiedere chiaramente le dimissioni, magari in cambio di una candidatura alle europee

C’è aria di dimissioni: Veltroni convoca Bassolino e Iervolino. Secondo indiscrezioni, a Bassolino che fino ad ora non è stato apertamente invitato da Veltroni a dimettersi, potrebbe aprirsi la strada della candidatura al parlamento europeo nel 2009. Se ciò si verificasse si porrebbe un chiaro stop al processo che lo vede coinvolto nella gestione dei rifiuti in Campania.

Ma le cose sembrano cambiate, Veltroni non conta nulla e non ottiene niente e Bassolino se ne esce con affermazioni fumose

Io mi sento un uomo delle istituzioni che per quattro volte si e’ sottoposto al giudizio e all’elezione diretta da parte dei cittadini. Dovere degli uomini e delle donne delle istituzioni e dovere di chi e’ eletto dai cittadini e’ cercare di unire, e’ cercare di fare gli interessi generali. Mentre, esattamente al contrario, interesse dei capibastone e’ dividere

e c’è qualcuno che azzarda un partito fai da te di Bassolino che non intende proprio fare un passo indietro

Resistenza istituzionale a oltranza. E poi il motto della Terza internazionale, “Il socialismo in un solo Paese”, declinato nel napoletanissimo “bassolinismo in una sola regione”.
Il partito personale di Bassolino è già nato, anche se i vagiti piuttosto flebili sono sopraffatti dall’implosione del Partito democratico. Scaricato da Massimo D’Alema, svillaneggiato dai veltroniani, eletto a icona del malgoverno del Sud da Chiamparino e Cacciari, perennemente sotto il fuoco dei miglioristi napoletani che lui stesso cacciò nel lontano ’93, quando il partito lo inviò qui come commissario, il governatore è pronto a ribaltare il tavolo.

In tutta questa confusione è il commissario Morando a mettere una parola fine sulla questione, ammettendo che le presunte dimissioni postdatate di Bassolino erano una farsa e che Don Antonio non si dimetterà. Insomma l’ammissione di una frode politica

Sì, ho visto Bassolino. Riconosco che l’ impressione è quella: di dimissioni non si parla più. Ormai si va alla scadenza naturale del mandato, a metà 2010.

E’ il governatore meno amato dai suoi cittadini ed è ancora superprotetto nel partito dove Veltroni non vale più nulla. E’ lui il mitico poltronaro Don Antonio

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La furia tassatoria della sinistra. La Delirium Tax di Cofferati

15 01 2009

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Per loro “Le tasse sono bellissime!” e facendo fede a uno dei loro slogan preferiti anche nel piccolo si adeguano.
Leggiamo dal Corriere

Il signor Veronesi, Arrigo Veronesi, che di professione fa il gioielliere e ha le vetrine che si affacciano sul «salotto» di piazza Maggiore, potrà sempre raccontare ai nipotini, quando gli tornerà la voglia di ridere, di essere riuscito nella non semplice impresa di prendersi una multa per aver esposto uno zerbino, con tanto di iniziali, all’esterno del suo esercizio. Visibile a tutti, lo zerbino. Tale, quindi, da poter essere teoricamente considerato una forma di pubblicità. E perciò soggetto a tassa. Che lui non ha versato, probabilmente mai immaginando che un tappetino potesse essere equiparato ad uno spot. Ma la giunta Cofferati la pensa diversamente e, tramite la società di riscossione Gestor, sta zelantemente recuperando le imposte non pagate, passando al setaccio ogni quartiere. Veronesi comunque è in buona compagnia: come lui, a Bologna, ci sono infatti altri 2.300 commercianti, che in queste settimane si sono visti piovere addosso multe per centinaia di euro e tutte per lo stesso motivo: mancato pagamento della tassa sulla pubblicità in vetrina.

Nel particolare

Tassa con effetto retroattivo, visto che si riferisce agli anni 2005-2008. Tassa che prende spunto dal decreto legislativo numero 507 del 15 novembre ’93, recepito e adattato da un apposito regolamento comunale. Ma soprattutto tassa alquanto remunerativa per le casse comunali, visto che le 2.300 multe finora inviate frutteranno un incasso superiore al milione di euro: che di questi tempi, e con le amministrative alle porte, non sono da buttare via. La chiamano, forse anche per sdrammatizzare, «delirium tax», nel senso che non ha una logica, colpisce a casaccio. Esempio 1: è stata multata un’agenzia di viaggi (1271 e 611 euro) perché nel cartello che illustrava le offerte comparivano i nomi del tour operator. Esempio 2: sanzionato ristoratore (52 euro) per aver incollato alla vetrina adesivi con i nomi delle carte di credito. Esempio 3: stangata ad un bar (3000 euro) per aver esposto pannelli con i nomi delle ditte produttrici dei gelati. Ovviamente si è scatenato il putiferio. Commercianti e artigiani sono andati su tutte le furie. E, affiancati dalle rispettive organizzazioni di categoria, hanno prima congelato i pagamenti delle multe, poi cercato di capire. «La cosa assurda — spiegano all’Ascom, alla Confesercenti e alla Cna — è che queste sanzioni arrivino adesso, con un ritardo di 2-3 anni.

Insomma per la sinistra ogni scusa è buona per imporre tasse di tutti i tipi, anche le più ridicole o deliranti come appunto la Delirium Tax di Cofferati. A questo punto è sempre più chiaro perchè il Cinese non ha confermato la propria candidatura, chi lo avrebbe potuto votare?

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