L’enorme scandalo delle intercettazioni citato da Berlusconi. L’archivio Genchi

24 01 2009

IL FAZIOSO LIBERALE SI TRASFERISCE

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Stasera Berlusconi in un comizio a Olbia

Sta per uscire uno scandalo che forse sarà il più grande della storia della Repubblica. Un signore ha messo sotto controllo 350 mila persone

A cosa si riferisce? I sinistri già speravano in qualcosa di negativo per il governo ma invece riguarda uno dei loro beniamici giustizialisti, De Magistris e in particolare all’archivio Genchi

Perchè sarebbe cosi enorme come detto da Berlusconi?

L’archivio del consulente dell’ex pm De Magistris, Gioacchino Genchi, è costituta da 578 mila record anagrafici, 1402 tabulati utilizzati nell’ ambito dei procedimenti Why Not e Poseidon, e da 1 milione di contatti telefonici tra i quali anche quelli di parlamentari, magistrati, esponenti dei servizi segreti e di altre istituzioni (392000 persone fisiche controllate)

Nel particolare chi

E così i nomi delle persone coinvolte, alcune delle quali parlamentari: oltre all’ex (senatore e ministro) Clemente Mastella, ci sarebbero anche l’ex ministro dell’Interno Beppe Pisanu, l’ex sottosegretario (oggi ministro ombra del Pd) Marco Minniti e qualche altro. Più alcune decine (un numero vicino a 100, riferisce chi ha letto gli atti) di telefoni intestati alla Camera dei deputati, al Senato e alla presidenza del Consiglio. E ancora: i numeri del procuratore nazionale antimafia Grasso e di altri magistrati. Secondo alcune indiscrezioni anche quello dell’ex capo della Polizia (oggi capo dipartimento delle informazioni per la sicurezza) Gianni De Gennaro

E inoltre

Poi c’è l’esame del traffico telefonico di apparecchi in uso ad appartenenti ai servizi segreti, motivo per cui i rapporti dei carabinieri sul cosiddetto «archivio Genchi» sono approdati al comitato parlamentare per la sicurezza presieduto da Francesco Rutelli. La pietra dello «scandalo» che torna in superficie è il lavoro svolto dal consulente tecnico Gioacchino Genchi, su mandato e per conto dell’ex pubblico ministero di Catanzaro Luigi De Magistris, nei procedimenti chiamati Why not e Poseidone che hanno provocato prima l’avocazione delle inchieste e poi il trasferimento del magistrato. Il quale aveva autorizzato il perito ad accedere ai «sistemi informativi» delle aziende telefoniche, ma anche alle «banche dati del Centro elaborazione dati del ministero dell’Interno, dell’Anagrafe tributaria, delle Camere di commercio, delle anagrafi comunali» e altri servizi. È nato così l’archivio che Genchi avrebbe accumulato negli uffici palermitani in cui lavora: una gran quantità di dati — tabulati telefonici, non intercettazioni, a parte qualcuna trasmessa dal pm per esigenze di lavoro — alla quale ha più volte fatto cenno con toni molto allarmati chi è subentrato a De Magistris nell’inchiesta catanzarese (ora trasferito anche lui dal Csm per come s’è mosso nella «guerra» con Salerno). L’ormai ex procuratore generale di Catanzaro Iannelli affermò che erano stati esaminati i contatti «perfino di utenze coperte da segreto di Stato», e lo disse sulla base dei rapporti dei carabinieri del Ros inviati a sequestrare e analizzare l’«archivio Genchi».

Profonde anomalie sono state denunciate da tutti i partiti.

Ecco cosa dice Rutelli

Temo che nelle prossime settimane ci si renderà conto che si tratta di una questione molto rilevante per la nostra libertà e la nostra stessa democrazia

Anche Gasparri va all’attacco

Il caso del cosiddetto archivio Genchi e’ una vergogna di dimensioni devastanti. Per certi casi ci vorrebbe la corte marziale. Sta emergendo uno dei piu’ gravi e sconcertanti scandali della storia repubblicana che rischia di sommergere di vergogna interi settori dello Stato. Siamo al paradosso. E’ possibile che gli stessi committenti siano stati a loro volta intercettati, in un tragicomico circolo vizioso di spie, spioni e sprovveduti.

Ancora dal PD

Grazie alla sollecitazione del nostro gruppo oggi abbiamo alcune certezze relative a questa preoccupante vicenda. La banca dati del consulente del magistrato De Magistris, Gioacchino Genchi, è costituta da 578 mila record anagrafici, 1402 tabulati utilizzati nell’ ambito dei procedimenti Why Not e Poseidon, e da 1 milione di contatti telefonici tra i quali anche quelli di parlamentari, magistrati, esponenti dei servizi segreti e di altre istituzioni. E’ certo che l’ abnormità dei dati forniti alla Camera ci preoccupa molto e dunque speriamo che le autorità giudiziarie e disciplinari chiariscano la vicenda in tempi brevi

e dall’UDC

il Governo porti a conoscenza del Parlamento le reali dimensioni dell’archivio segreto Genchi: riteniamo grave  che un soggetto, pur convenzionato, possa avere a disposizione un’immensa banca dati e aver controllato i tabulati telefonici di personalità istituzionali, tra cui, a quanto si apprende, anche dell’allora Capo della Polizia Gianni De Gennaro, oggi al vertice delle strutture di intelligence

Insomma il premier non ha tutti i torti e il paladino della giustizia De Magistris sembra avere qualcosa da spiegare

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Stupra una ragazza. Solo arresti domiciliari. Complimenti alla magistratura

24 01 2009

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Torna a casa, agli arresti domiciliari, Davide Franceschini 22 anni, che la notte di capodanno dietro la Fiera di Roma ha violentato una ragazza : per il giovane il Gip Marina Finiti ha convalidato il fermo che era stato disposto ieri dal pm Vincenzo Barba, ma il giudice, accogliendo poi la richiesta dell’ufficio dell’accusa, ha concesso i domiciliari al ragazzo.

Le motivazioni sono state

Alla base della decisione di scarcerare il giovane di Fiumicino, la sua buona condotta giudiziaria e il contributo dato agli inquirenti dopo il suo fermo. Durante l’interrogatorio di sabato a Regina Coeli, Franceschini, accusato di violenza sessuale aggravata, ha ribadito di avere agito sotto l’effetto di alcol e droga. Rifacendosi alla sua confessione, il giovane si è detto ancora dispiaciuto per quanto accaduto e ha sottolineato di non sapersi spiegare come possa aver avuto un comportamento così violento.

Condanna del sindaco Alemanno

Un segnale sbagliato quello che la magistratura ha lanciato concedendogli gli arresti domiciliari». «Comprendiamo le motivazioni che hanno portato a questa scelta, vista la collaborazione e il ravvedimento manifestato da questo giovane. Tuttavia non si può far uscire dal carcere dopo solo 48 ore una persona che comunque ha commesso un reato così odioso e di così grave allarme sociale. Anche la vittima dell’aggressione mi ha chiamato al telefono per testimoniare la sua delusione per questa incredibile indulgenza. Questa ragazza si è sentita abbandonata dalle istituzioni dopo che gli inquirenti erano riusciti ad assicurare alla giustizia il suo aggressore. Per questo chiedo alla magistratura di revocare gli arresti domiciliari all’accusato, di andare verso un processo rapido che accerti definitivamente le responsabilità e di garantire in questo modo certezza della pena

Complimenti a questa magistratura che invece di colpire i delinquenti, li premia fregandosene delle loro gravi colpe e delle povere vittime

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